Oggi sul giornale Libertà, un articolo a firma R.L. (Redazione Libertà, si suppone), ha riportato l’attenzione sulla questione morale all’Inda.
La denuncia della redazione punta il dito sul Consigliere Delegato Walter Pagliaro, ipotizzando un conflitto d’interesse tra lo stesso Pagliaro ed il regista Paolo Magelli, già regista della Medea, andata in scena questa primavera al teatro greco di Siracusa, ed al Colosseo. Si allude anche a una “combine” tra il grecista Giusto Picone, traduttore della stessa Medea di Seneca tra i più importanti studiosi dell’autore latino in Italia e non solo.
A questo scoop, seguiva un indignato Garozzo, nella qualità di presidente dell’Inda dove così affermava, alla luce della denuncia del quotidiano, che ”è necessario capire cosa sia accaduto e non escludo a priori nessuna iniziativa a tutela della Fondazione”, perché le notizie contenute nell’articolo, se confermare sarebbero “certamente da un punto di vista quantomeno etico, di una gravità inaudita”. Il risultato sarebbe che Walter Pagliaro è la questione morale dell’Inda.Accade dunque, ma spero di sbagliarmi, che la magistratura chieda il rinvio a giudizio di 8 persone, fra ex dirigenti e attuali funzionari dell’INDA, per gravi reati di carattere patrimoniale in danno della Fondazione e, giustamente non si muove foglia in ossequio al garantismo che vuole un accusato innocente fino a sentenza definitiva di condanna. Poi esce un articolo su un giornale in cui si riportano rumours di presunti favoritismi fra consigliere delegato e regista ed ecco che il Presidente si indigna tutto.
Credo che al sindaco-presidente oltre alla indignazione spetti la chiarezza e spiegare alla città cosa lo lascia indifferente e cauto rispetto a una questione che coinvolge centinaia di migliaia di euro dell’Inda e cosa lo sconvolge al punto da indurre pubbliche esternazione per una presunta combine che, nella più audace delle ipotesi, vale poche migliaia di euro. Perché altrimenti i due pesi e le due misure non si spiegano e legittimano sospetti che il sindaco non merita.di seguito il comunnicato stampa dell’avv. Paolo
Reale portavoce di “Progetto Siracusa” che porta il suo “contributo” alla querelle:Ezechia Paolo Reale Sorprendono, ancora una volta negativamente, le dichiarazioni del presidente dell’INDA Garozzo su una presunta questione morale che coinvolgerebbe i due registi Magelli e Pagliaro.Tre premesse, una riflessione ed un suggerimento, anche se ha più volte sostenuto e dimostrato di non volerne accettare.
Prima premessa.
Il presidente dell’INDA, contrariamente a quanto afferma nel comunicato, era perfettamente e direttamente consapevole che il regista Paolo Magelli avrebbe guidato un laboratorio per i ragazzi dell’Accademia. Con un comunicato stampa inviato dalla Fondazione INDA, almeno questo spero non a sua insaputa, il 22 settembre 2015 alle ore 10,58, infatti, si comunicava tale scelta con grande esaltazione all’universo mondo. Per i più curiosi ed i più distratti riporto testualmente il brano: Il nuovo anno accademico vedrà tra le novità un laboratorio su Elettra di Euripide tenuto da Paolo Magelli, uno dei più quotati registi a livello mondiale, capace di ottenere un vero e proprio tripudio con Medea di Seneca messa in scena prima al Teatro Greco e poi al Colosseo”.
Seconda premessa.
Era il 27/4/2015 quando lo stesso presidente INDA si affannava a spegnere fuochi sui dipendenti INDA coinvolti in pesanti indagini finanziarie della Procura, invocando ogni possibile prudenza e rifiutando, di fronte a semplici avvisi di garanzia, anche una banale verifica amministrativa interna, dichiarando di voler attendere lo sviluppo delle indagini. E oggi, di fronte ad una semplice notizia giornalistica, più che legittima dal punto di vista del diritto di informazione, ma certo meno autorevole di un avviso di garanzia o di una richiesta di rinvio a giudizio, lo stesso presidente INDA si inferocisce al tal punto da cercare di “verificare ogni singolo dettaglio senza lasciare nulla al caso”
Walteer Pagliaro
Terza premessa
Per sapere di chi e di cosa stiamo parlando e non rischiare di confondere i due registi con i tanti soggetti senza né arte né parte quotidianamente nominati dalla cattiva politica nei posti più disparati, è giusto brevemente ricordare a tutti che Walter Pagliaro, dopo il diploma all’Accademia d’Arte Drammatica e la laurea in Architettura a Firenze, diventa uno degli assistenti più promettenti e interessanti di Giorgio Strehler nonché uno dei maggiori giovani registi del Piccolo teatro di Milano. Pagliaro ha diretto nella sua carriera i più grandi attori della scena italiana ed è divenuto un importante regista anche perché di lui, trentenne, si accorge il prof. Giusto Monaco affidandogli la regia di Filottete di Sofocle nel 1984. Paolo Magelli, direttore del teatro Metastasio Stabile della Toscana a Prato, è tra le maggiori personalità nel campo della regia sia in Europa che in America latina. Vincitore, tra l’altro, del premio MESS, uno dei più importanti premi europei per il teatro, a Sarajevo, lo stesso di cui sono stati insigniti Susan Sontag, Bibi Anderson e Peter Schumann. A lui si devono le più importanti trilogie sul teatro di guerra tratta proprio da Euripide. Che i due registi, quindi, continuino a lavorare con successo anche al di là ed al di fuori dell’INDA e che possano avere stima reciproca non allarma chi vive nel mondo normale, dove il merito, in particolare nel campo artistico e delle professioni, ha ancora un senso ed un ruolo.
Paolo Magelli
La riflessione.
Sino a ieri, secondo i comunicati INDA, Paolo Magelli era “uno dei più quotati registi a livello mondiale, capace di ottenere un vero e proprio tripudio”.Che è successo di così atroce da far cambiare così radicalmente valutazioni personali e posizioni garantiste al presidente Garozzo ?
L’improvvisa amnesia sulla nomina di Magelli alla guida del laboratorio (a meno che, come per ogni politico che si rispetti, non sia stata fatta, completa di comunicato stampa, a sua insaputa) e l’anomalo doppio pesismo tra fatti gravi oggetto di indagini giudiziarie e fatterelli riportati dalla stampa locale (entrambi ovviamente tutti da accertare) costringe a pensare, dovendosi escludere una doppia personalità del dichiarante, che si sia piuttosto cercato di cogliere al balzo un’occasione per sbarazzarsi di un consigliere di amministrazione come Pagliaro, probabilmente scomodo e non allineato perché la sua professione lo rende libero da condizionamenti.
Non si spiega diversamente lo strano ed anomalo furore legalitario, di matrice crocettiana, che ha improvvisamente e per una sola volta colto il presidente Garozzo.
Mi chiedo: ma sono questi i fatti di “gravità inaudita” che affliggono Siracusa ? E’ questa la questione morale dell’INDA ? Ed oltre alla nomina di Magelli alla guida di un laboratorio per ragazzi dell’Accademia non c’è altro che meriti l’attenzione del presidente dell’INDA e del Sindaco della città ? O avviene tutto a sua insaputa?
Il suggerimento.
Perché non inizia, come presidente dell’INDA e Sindaco di Siracusa, a pretendere che i due enti che dirige rispettino la normativa sulla trasparenza e sul contrasto alla corruzione facendo pubblicare sui relativi siti i dati obbligatori per legge. Le ha riferito il segretario generale del Comune di aver ricevuto dalla Autorità Nazionale Anticorruzione del presidente Cantone una contestazione, questa sì molto grave, sul mancato rispetto da parte del Comune della normativa sulla trasparenza, in particolare in materia di patrocini e contributi ? Ha mai visitato la sezione trasparenza del sito dell’INDA, magari con l’aiuto del funzionario a tal fine nominato ?
Ecco. Se almeno i siti web degli enti da lei diretti e guidati fossero in regola con gli obblighi di trasparenza, magari tante cose non accadrebbero a sua insaputa ed anche i cittadini, come vuole la legge, potrebbero giudicare eventuali fatti “di gravità inaudita”. Il rispetto della legge sulla trasparenza e per il contrasto alla corruzione. Questa sì è una questione morale ancor oggi irrisolta a Siracusa. Altro che Magelli e Pagliaro, eccellenze nel loro campo evidentemente stonati e fuori contesto nella quotidiana mediocrità di una città mortificata.